Una Donna per amica

Morandini Film Distribution

TITOLI
Originale
Una Donna per amica
deutsch
français
italiano

DATA D'INIZIO
Svizzera
06.03.2014
Svizzera tedesca
Svizzera romanda
Ticino
06.03.2014
NUMERO DI VISITATORI

Il numero di visitatori elencati rappresenta ciò che è stato riportato e registrato per questo film a partire dalla data di uscita.

Svizzera
1'307
Svizzera tedesca
63
Svizzera romanda
Ticino
1'244

CAST & CREW
Regia
Giovanni Veronesi
Produttore
Domenico Procacci
Soggettista
Giovanni Veronesi
Musica
Attore
Fabio De Luigi
Laetitia Casta
Monica Scattini
Geppi Cucciari
L'ETÀ D'ACCESSO

Dall’1.1.2013, tutti i film proiettati pubblicamente nei cinematografi sono classificati per categorie d’età dalla "Commissione svizzera del film e della tutela dei giovani". L’età indicata ("Permesso a partire da") esprime il fatto che, a partire da quell’età, la visione del film non dovrebbe comportare alcun danno per un bambino/giovane. Un bambino/giovane che ha raggiunto tale età può dunque vedere il film da solo. Se egli è accompagnato da una persona detentrice dell’autorità parentale, tale soglia d’età può essere ridotta al massimo di due anni (ad esempio, "permesso a partire da 10 anni" significa che l’interessato che ha raggiunto tale soglia d’età potrà accedere da solo alla visione, mentre un interessato che ha raggiunto gli 8 anni d’età potrà accedervi solo se accompagnato da una persona detentrice dell’autorità parentale.
"Consigliato a partire da" significa che un bambino/giovane è in grado comprendere il contenuto del film a partire da quell’età.
Ulteriori informazioni all’indirizzo: filmrating.ch

L'età legale
16
Età consigliata
-

CONTENUTO

Francesco è un avvocato trapiantato a Lecce, dove difende casi indifendibili e svolge l'attività di consigliere comunale per la lista civica Ambiente e libertà. Claudia è la sua migliore amica italo-francese, che gli movimenta la vita piombandogli in casa a sorpresa e coinvolgendolo nei suoi guai, fra cui spicca una sorellastra, Anna, tossicodipendente. I due amici avviano storie romantiche parallele, ma entrambe sono destinate a naufragare, poiché la vera tensione erotica è fra loro. Riusciranno finalmente a chiamare le cose con il loro nome?
Giovanni Veronesi e Ugo Chiti imbastiscono una storia lieve che ricorda le commedie garbate anni '80, in particolare quelle dirette da Francesco Nuti, e in questo ritorno al passato trovano una nuova agilità comica che si esprime in dialoghi brillanti ma (almeno un po') ancorati al reale, e nella scelta saggia di riconoscere ad ognuno degli interpreti la qualità che li contraddistingue agli occhi del pubblico: la normalità ironica di Fabio De Luigi, perfetto alter ego di Veronesi (mentre Elio Germano è l'alter ego della sua indignazione civile), la leggerezza superficiale di Laetitia Casta, l'aggressività castrante di Geppi Cucciari, la pericolosità sottesa di Valeria Solarino e Adriano Giannini, la verve cabarettistica di Virginia Raffaele e la mediterranea gravitas di Valentina Lodovini, che fa da contraltare all'evanescenza parigina della Casta. Veronesi si sforza anche di andare contro stereotipo, dunque ad esempio l'avvocato è una brava persona, mentre la donna che difende è una virago.
Tutti gli attori prestano con generosità la loro "maschera" a questa commedia dalle ambizioni modeste ma dall'incedere spedito, anche se un po' ondivago come i due protagonisti della storia, spesso alticci per trovare scuse alle proprie inadempienze. C'è spazio per l'improvvisazione di De Luigi, qui al suo meglio dopo una sfilza di ruoli poco consoni alla sua vis polemica, e per l'interazione insospettabilmente credibile (soprattutto nella sua valenza malinconica) fra lui e la Casta. C'è persino posto per un doppio finale: quello agrodolce "alla francese" e quello anarchico "all'italiana". E questa volta niente voce fuori campo, perché la storia si racconta bene attraverso le caratterizzazioni di personaggi e luoghi.
Anche l'ambientazione salentina ha infatti il suo peso, perché la luce della regione pugliese, nelle mani esperte del direttore della fotografia Arnaldo Catinari, rispecchia quella esigenza di verità e trasparenza che muove personaggi segreti a se stessi, che parlano lingue diverse (spesso incomprensibili) ma cercano un dialogo, e una risposta. "Questo Paese mette ansia sui sentimenti", dice Claudia nel suo italiano incerto, e sintetizza l'intuizione più interessante di una commedia retrò che di contemporaneo ha proprio la denuncia di come, nell'Italia di oggi, la scomparsa di un'educazione sentimentale abbia reso le persone violente e narcisiste, infantili e distruttive. A questo proposito va segnalata la sottile corrente di ambiguità nei confronti delle donne, viste più come carnefici che come vittime, da parte degli autori di Donne con le gonne, a suo tempo accusato di maschilismo: il confine fra spunto comico e deriva misogina rischia anche qui di apparire sottile.


IMMAGINI


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